Come Gli Odori Influenzano Il Nostro Stato D’Animo
Il film tratto dal libro Il Profumo, di Patrick Süskind , ce l’ha ricordato in tempi recenti, ma prima del suo avvento c’era già un’abbondante letteratura che ci raccontava dello straordinario potere dell’olfatto e delle sue capacità di aprire i cassetti della nostra memoria. Il celebre episodio della madeleine raccontato da Proust è forse il più famoso esempio di quanto gli odori possano far riaffiorare ricordi ed emozioni. E questo accade perché l’apparato olfattivo agisce sul nostro sistema nervoso e registra tutte le molecole odorose con cui viene in contatto, permettendoci di raccogliere numerosi dati sulla realtà che ci circonda. In questo modo, senza accorgercene, costruiamo la nostra memoria olfattiva che è a nostra disposizione ogni volta che sentiamo un determinato odore.
Come dunque lo scrittore ripercorreva la sua memoria grazie al profumo della madeleine, allo stesso modo anche a noi sarà capitato di lasciare che alcuni profumi agissero sulla nostra mente, riportandoci prepotentemente indietro nel tempo. Alcuni odori – specialmente quelli legati all’infanzia – hanno un potere evocativo speciale – come l’odore di bucato, dei libri, del caffè; il profumo del pane, gli odori della natura; altri hanno radici così profonde e radicate in noi da costituire l’abc della nostra memoria olfattiva. E più un odore è associato a un ricordo positivo, più è facile che abbia il potere di agire sul nostro umore, riuscendo ad alleviare lo stress.
Dopo tutto, l’aromaterapia – il ramo della fitoterapia che utilizza gli oli essenziali distillati dalle piante – ha mostrato quanto alcune essenze possano influenzarci, con il loro effetto benefico, andando a stimolare il nostro sistema nervoso e agendo così il nostro umore. Per questo, spesso, si utilizzano determinati oli essenziali nei prodotti cosmetici e per la cura del corpo, per sfruttare le loro capacità di rilassare corpo e mente, contribuendo al buon funzionamento dei nostri organi. Le proprietà di oli aromatizzati erano già note dagli antichi Egizi, che li utilizzavano per profumarsi, purificare l’aria, e creare unguenti, ma la parola aromaterapia arriva in tempi più recenti, in particolare grazie al chimico francese René Maurice Gattefossé, che perfezionò gli studi sulle proprietà medicinali dell’essenza di lavanda incidentalmente; secondo la leggenda, bruciatosi la mano durante un esperimento, la fasciò con olio di lavanda del quale scoprì il potere cicatrizzante. Da lì nacque il suo interesse verso la materia a cui diede il nome. L’aromaterapia agisce sia sfruttando l’olfatto e profumando le stanze o gli oggetti, che utilizzando oli da applicare sul corpo. In ogni caso, il principio è sempre quello: sfruttare il potere dei profumi su noi.