Da buoni mediterranei, quando si parla di olio si pensa immediatamente all’olio d’oliva e ai suoi molteplici utilizzi (dall’alimentazione alla cosmesi). Ma, come sappiamo, non è l’unico che possiamo trovare sulle nostre tavole, tanto quanto come ingrediente dei nostri prodotti di bellezza; un altro olio, forse meno conosciuto dell’extra vergine di oliva ma dalla caratteristiche altrettanto benefiche per il nostro organismo, è l’olio di canapa, di cui si sta tornando a parlare molto negli ultimi anni e che è strettamente legato al nostro paese.
Agli inizi del Novecento, infatti, l’Italia era tra i primi produttori mondiali della canapa e nel 1940 circa 90mila ettari erano dedicati alla sua coltivazione. Con l’arrivo delle fibre sintetiche però, si è progressivamente smesso di produrre questa pianta, lasciando ad altri paesi lo sviluppo delle tecniche della sua coltivazione e trasformazione.
Oggi però, la maggior attenzione nei confronti dell’ambiente e la riscoperta dei suoi molteplici impieghi, hanno portato anche l’Italia a riconsiderare la canapa e investire nuovamente sulla sua produzione. Naturalmente, la canapa coltivata per scopi industriali non ha a che vedere con quella utilizzata per la produzione di sostanze stupefacenti: possiede infatti un basso contenuto di Thc (il tetraidrocannabinolo, il principio attivo stupefacente), e delle differenti caratteristiche morfologiche che ne consentono la coltivazione legale e l’estrazione di prodotti che apportano notevoli benefici al nostro organismo. Tra questi c’è per l’appunto l’olio di canapa, olio dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, grazie alla presenza di numerosi acidi grassi essenziali.
Nel suo uso alimentare è conosciuto per essere una fonte vegetale di acido alfa linolenico e grazie al suo equilibrio tra omega-3 e omega-6 (presenti rispettivamente in rapporto 3:1) è considerato un prezioso alleato per la nostra salute. Utilizzato preferibilmente a crudo (ha un basso punto di fumo che lo rende sconsigliato per le fritture) ha un sapore che ricorda quello delle nocciole e tra amminoacidi essenziali, vitamine e sali minerali il suo uso quotidiano può aiutare ad abbassare colesterolo e i trigliceridi nel sangue.
È stato invece da poco scoperto nel suo utilizzo nella cosmetica. Come ha spiegato il cosmetologo Umberto Borellini al Corriere della Sera:
Si ottiene tramite la spremitura a freddo dei semi di cannabis sativa, arriva a contenere sino a 18,5% di acido Gamma linoleico e buone percentuali di omega 3 ed è quindi prezioso per la sintesi dei ceramidi, il cemento della nostra pelle. Viene perciò utilizzato sia come restituivo per pelli aride, sia come ingrediente di oli da massaggio e di saponi. È prezioso per la pelle perché ristabilisce il corretto equilibrio di sostanze lipidiche e cerose, il che significa riequilibrare sia una cute che produce poco sebo, sia una cute arida e tendente alla desquamazione.
Viene così impiegato per la cura di dermatiti, acne, psoriasi, eczemi, micosi e per le irritazioni della pelle. Insomma, in ogni suo utilizzo, questo olio si dimostra essere una risorsa sorprendente – oltre che a una valida alternativa al nostro classico olio d’oliva: provare per credere!