Patria, Minerva e María Teresa Mirabal sono tre sorelle vissute nei primi decenni del secolo scorso in Repubblica Dominicana, al tempo del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.
Sono donne di grande volontà e cultura, con un solo obiettivo comune: lottare contro la dittatura che imperversa nel Paese. Nel 1960, le tre giovani fondano il “Movimento 14 di giugno” diretto da Manolo Travares Justo e all’interno del quale Minerva e Maria Teresa compaiono con il nome in codice Mariposas, ovvero “farfalle”. Il gruppo si espande ben presto in tutto il Paese, creando piccoli gruppi attivi dappertutto. Ma non ci vuole molto per la polizia segreta di Trujillo, di scoprire le forze ribelli ed incarcerare molti dei suoi membri, tra cui le sorelle Mirabal e i loro mariti. Le tre vengono liberate ma i mariti no. In un giorno di visita, il 25 novembre 1960 quando si stanno recando con un autista al carcere per andare a trovare i loro mariti, le tre vengono intercettate, picchiate e uccise. Un’ondata di sdegno si riversa sul Paese e su Trujillo. Lui forse pensa così di aver risolto un problema, ma in realtà non fa altro che alimentare il palpabile malcontento nei suo confronti, che culminerà con il suo stesso assassinio, avvenuto nel 1961.
È per questo che il 25 novembre è diventata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: per onorare le tre sorelle Mirabal e con loro, tutte le donne che subiscono violenza, di qualunque tipo, in qualunque parte del mondo.
Nel 2022 ancora la violenza sulle donne viene perpetuata dappertutto nel mondo, ma sempre di più si sta cercando di contrastare questo fenomeno, anche con l’utilizzo della tecnologia e i social. Basti pensare che grazie al segnale internazionale per riconoscere e salvare le vittime della violenza domestica – che si crea alzando la mano e facendo toccare il pollice al palmo, come fosse un saluto a quattro dita – di recente una ragazza si è salvata. E ha dichiarato di aver appreso questo gesto proprio dai social. Insomma, la strada è ancora lunga, ma è bene continuare a fare informazione e cercare in tutti i modi di contrastare il perpetuare della violenza.