Questo agosto ricorre ancora più forte un solo nome, quello di Marilyn Monroe, leggenda hollywoodiana senza tempo, di cui ancora si parla per la sua prematura (e per alcuni ancora misteriosa) morte avvenuta proprio il 5 agosto del 1962.
Negli anni 50′ Marilyn è una diva senza precedent: incarna tutto ciò che il pubblico desidera, una donna glamour dalla dolcezza imperturbabile. Dalla sua prima importante apparizione in Eva Contro Eva alle commedie come Gli uomini preferiscono le Bionde, Quando la moglie è in vacanza e A Qualcuno Piace caldo, Marylin si insinua nell’immaginario collettivo, segnando ben più di un’epoca con il suo stile inconfondibile, che la rende una vera icona pop: labbra rosso fuoco, capelli biondi, corpo dalla sensualità mozzafiato.
A riflettori spenti però, tolta la maschera di Marylin (che è il nome d’arte) Norma Jean Baker Mortenson (questo è il vero nome) è una donna che negli anni 1960 fatica a stare sul set per via della dipendenza dai farmici e le continue delusioni nella vita privata. Ma partiamo dall’inizio.
Nata il primo giugno del 1926 a Los Angeles, Norma Jean non conosce il padre e non può stare con la madre per via dei suoi disturbi psichiatrici. Rimbalza da un orfanotrofio a diverse famiglie affidatarie salvo sposarsi a 16 anni con il fidanzato dell’epoca. La vita matrimoniali non fa esattamente al caso suo ed è per coincidenza che scopre che grazie al lavoro di modella non solo guadagna soldi, ma trova forse il suo posto nel mondo. Da lì al primo contratto cinematografico il passo è relativamente breve: per essere “giusta”, ci vogliono alcuni cambiamenti estetici. Ecco che Norma Jean comincia a prendere le sembianze di Marilyn.
Arrivano i primi piccoli ruoli – Una notte sui tetti, Giungla d’asfalto ed Eva contro Eva – e cattura l’attenzione di uno degli agenti hollywoodiani più famosi dell’epoca, e più riscuote successo, più insistono a scritturarla per quel ruolo che fa impazzire tutti: quello della dump blonde, la bionda svampita. Marilyn però, ha ben altre ambizioni: vuole diventare un’attrice brava, mettersi alla prova. Ma la sua vita sentimentale le da pensieri e non riesce a sostenere i suoi sogni. Ha diversi aborti – spontanei e volontari – i matrimoni naufragano e i continui ritardi sul set mettono a rischio la sua carriera.
All’inizio degli anni ’60, la trentenne Marilyn combatte contro la dipendenza dai farmaci e da alcuni persone che iniziano ad avere troppa influenza su di lei. È tormentata e il 5 agosto del 1962 viene trovata morta nella sua abitazione. Della sua morte si è speculato molto: l’amicizia con i fratelli Kennedy, i cattivi consiglieri, i guai con le produzioni dei film sono tutti elementi di un puzzle che secondo alcuni è stato risolto un po’ frettolosamente. Ma sicuramente, al di là del trucco e della maschera di bionda svampita, qualcosa di Norma Jean è rimasto impresso chiaramente nei nostri cuori: la fragilità, l’ironia, e quel sorriso malinconico di chi, come diceva lei di se stessa, non ha mai potuto dare la felicità per scontata.