Nella visione del grande Michelangelo, la Creazione è rappresentata dalla tensione tra la mano di Dio e quella di Adamo; e da sempre, le mani sono il simbolo del nostro potere, della nostra capacità di “sapere fare” e anche di parlare: moltissime tradizioni, da Oriente a Occidente, le hanno celebrate sviluppando gestualità e simbologie. Le nostre mani non sono dunque soltanto lo strumento attraverso il quale conosciamo il mondo, ma sono anche un potente strumento di comunicazione. E cosa possiamo dire con i gesti? Ecco come hanno risposto diverse culture.
Mudra. Nella pratica dello yoga anche le mani giocano un ruolo fondamentale. Nella meditazione aiutano il passaggio di energia attraverso il corpo con le mudra – parola che in sanscrito significa sigillo, gesto o segno: questi gesti simbolici accompagnano le pratiche meditative “intercettando” le energie dell’universo. La loro composizione ha origini in India più di 5000 anni fa e si trovano tanto nello yoga quanto in alcune tradizioni di danza indiana. Ad ogni mudra spesso corrisponde una divinità della tradizione vedica, uno dei cinque elementi naturali e una serie di significati che ne spiegano l’utilizzo: lo Shuni Mudra , ad esempio, rappresenta la pazienza (e aiuta a consolidarla), Gyan Mudra è l’espansione dell’Io, la posizione della vita e Prana Mudra è detta anche la posizione della vita perché direziona l’energia in tutto il corpo.
Ombre Cinesi. Nella grande tradizione artistica cinese le ombre rappresentano uno spettacolo di origini antichissime, legato ai teatrini ambulanti che si spostavano da un paese all’altro. Gli attori potevano usare sagome di carta, di cuoio, il corpo o solamente le mani, per raccontare le loro storie, proiettando le ombre su un telo bianco. Ed è proprio alle posizioni con le mani che oggi associamo il termine ombra cinese. Questa tecnica ci permette di creare, con il solo di ausilio di una luce e di un telo (o un muro bianco) i volti di una persona o le sagome di animali. Provare per credere.
Mehndi. Con questo termine si indicano i tatuaggi temporanei che vengono eseguiti con l’henné rosso, solitamente su mani e piedi. L’applicazione del tatuaggio può avvenire con uno stencil o a mano, e solitamente viene fatto come gesto di protezione e buon auspicio per il rito nuziale. I motivi che vengono eseguiti appartengono alla tradizione indiana e in occasione del matrimonio, il Mehndi contiene le iniziali degli sposi e il loro ritratto. Anche il luogo ndove vengono fatti è importanti: il palmo della mano permette di dare e ricevere benedizione, la parte superiore assicura protezione, mentre i piedi sono il nostro contatto con la terra.
Lettura della mano. Chi non ha ceduto almeno una volta alla tentazione di farsi leggere le mani? Conosciuta come un’antica forma di divinazione, la chiromanzia (parola di origine greco comporta dai termini “mano” e “predire”) consiste nel leggere il destino di una persona attraverso le caratteristiche delle sue mani (del palmo, ma non solo). Le radici di questa pratica sembrano affondare nell’antica cultura indiana, ma si diffuse poi in Cina, Persia e Grecia. Si può dire che, tendenzialmente, il chiromante considera tre linee principali, presenti in quasi tutte le mani: partendo dalla parte superiore del palmo troviamo la linea del cuore, quella della testa e quella della vita. Si parla linea simiana quando quella del cuore e della testa coincidono. Partendo da queste tre linee di base, si possono capire le caratteristiche della persone e gli snodi della sua vita futura.
Dizionario dei gesti Munari. Chi è stato all’estero lo sa: non c’è niente che ci identifica meglio della tendenza tutta italiana a gesticolare. Nel nostro parlato, il corpo sembra partecipare ai dialoghi con l’espressività di dita e mani, in una serie di gesti ben raccolti nello storico “Dizionario dei gesti” di Bruno Munari, il padre del design italiano. Il “gesticolario” spiega circa 40 segni attraverso immagini e significati culturali – un must per chi vuole approfondire la nostra lingua e il nostro modo di comunicare.