“Le mie cose”, “quei giorni” o addirittura “quei giorni Lì!”(per chi proprio non riesce a cogliere il riferimento); di giri di parole per non nominare le mestruazioni ne conosciamo moltissimi, ma evitare di parlare di ciclo mestruale in maniera appropriata – a partire dal suo stesso nome – rischia di alimentare i pregiudizi riguardo il corpo delle donne e, in particolare, riguardo l’emorragia mestruale del suo ciclo riproduttivo – per l’appunto, le mestruazioni.
L’imbarazzo e la vergogna che spesso percepiamo nel menzionare la parola (lo stesso che ci porta a nascondere gli assorbenti quando andiamo in bagno a cambiarci) sono frutto di questi tabù che, per troppo tempo ormai, sono pesati sul corpo femminile e i suoi ritmi naturali. Senza giri di parole, dunque, parliamo di mestruazioni con naturalezza, per conoscere e approfondire sempre meglio questa parte così importante della vita delle donne.
Cominciamo appunto con il nome, mestruazioni, che tecnicamente definisce una parte del ciclo mestruale ben precisa: indica infatti il sanguinamento dovuto allo sfaldarsi dell’endometrio e può durare dai i tre ai sei giorni, a seconda dei casi. Anche la densità delle perdite varia di donna in donna: il sangue può essere sia liquido che presentarsi in una forma più densa e grumosa.
Per ciclo mestruale, invece, si intende tutto l’insieme delle tre fasi, che va dal primo giorno delle mestruazioni fino al primo giorno delle successive. Solitamente ha una durata di 28 giorni, ma, come sappiamo, è un dato che può non valere per tutte le donne.
Le tre fasi del ciclo sono la pre-ovulatoria, l’ovulatoria e quella luteale. Sono fasi determinate dagli ormoni: la pre-ovulatoria (detta anche follicolare) è dominata dagli estrogeni ed è il momento in cui l’organismo secerne l’ovulo portandolo a maturazione. La fase successiva è quella ovulatoria, in cui l’ovulo è maturo, fertile e pronto per un’eventuale fecondazione – in questo periodo le possibilità di concepimento sono elevate e si aggirano intorno al 25%. Generalmente, questa fase arriva a metà ciclo, attorno al quattordicesimo giorno, ed è accompagnata da perdite trasparenti o biancastre. In ultimo, l’organismo comincia a diminuire gli estrogeni e a produrre più progesterone – ormone responsabile, tra le altre cose, della produzione di fluidi che ricoprono le pareti dell’utero in preparazione a un’eventuale ovulo fecondato. Prende così avvio l’ultima fase, quella post-ovulatoria o “luteale”. Se l’ovulo poi non viene fecondato, dopo circa 14 giorni circa si ripete il ciclo: il rivestimento viene espulso, la donna mestrua e tutto ricomincia.
Se si considera un ciclo di 28 giorni (che, come detto, non è il caso di tutte le donne), generalmente si hanno 14 giorni di fase pre-ovulatoria, 24-48 ore di ovulazione e 14 giorni di fase post-ovulatoria. Di queste, quella più “rigida” in termini di tempistiche è la post-ovulatoria o luteale– che può variare dai 12 ai 17 giorni a seconda dei casi, ma sulla singola donna tende ad avere una lunghezza costante. È la fase pre-ovulatoria quella più variabile: può durare da 10 a 35 giorni ed è soggetta a diversi fattori – incluso lo stress. In questo senso, se ci si abitua a segnare la nostra ovulazione (che certo è meno evidente delle mestruazioni) si può capire la durata della propria fase luteale, riuscendo a prevedere con più esattezza l’arrivo delle mestruazioni.
Le mestruazioni compaiono la prima volta nella pubertà; in questa fase di passaggio dall’infanzia all’età adulta cambiano moltissime cose, sia livello fisico – si sviluppano le caratteristiche sessuali secondarie – che a livello psicologico. Il corpo inizia a produrre autonomamente i propri ormoni sessuali, rendendolo in grado di riprodursi e, grazie all’attivazione di questi ormoni, alle ragazze – in una fascia d’età che va generalmente dai 10 ai 12 anni – compare il menarca, ovvero le prime mestruazioni. Come abbiamo detto, la sua durata può variare, ma in condizioni di irregolarità si parla di polimenorrea se le mestruazioni si verificano con un intervallo inferiore a 24 giorni; oligomenorrea se superano i 35 giorni e amenorrea se invece si verifica l’assenza di mestruazioni per un tempo prolungato.
Il ciclo mestruale, che sia regolare o meno, accompagna le donne dall’adolescenza fino alla menopausa in un percorso anche non facile – pensiamo a tutta quella serie di disturbi che possono comparire in diverse fasi del ciclo, come sbalzi di umore, maggiore sensibilità emotiva, picchi di fame e dolori, che possono anche compromettere la quotidianità delle donne; attorno al ciclo si sono sprecate leggende (come quella della sincronia del ciclo mestruale tra donne che trascorrono molto tempo insieme) e credenze popolari anche molto discriminanti nei confronti delle donne – come quelle secondo cui il loro corpo, durante le mestruazioni, è impuro. Ma di nuovo, proprio per questo, imparare a conoscere il proprio corpo e i suoi meccanismi – chiamandoli con il proprio nome – è il primo passo per prendersi cura di sé al meglio.