Il fiore di loto si chiude la notte per riaprirsi di giorno e la tradizione orientale vuole che ad ogni passo del Buddha, nascesse uno di questi meravigliosi fiori. Anche Omero, nell’Odissea, racconta dell’incontro tra Ulisse e i “lotofagi”, una popolazione così chiamata per l’abitudine di cibarsi dei fiori di loto.
Da lunghissimo tempo, dunque, il fiore di loto è simbolo di forza e resistenza. Questa pianta acquatica sacra – di cui esistono due varietà, la Nelumbo lutea e la Nelumbo nucifera – è conosciuta fin dal tempo degli antichi Egizi, ed è stata utilizzata tanto come pianta ornamentale, quanto come simbolo di una saggezza millenaria.
Il fiore di loto sboccia tra giugno e settembre, e possiede delle caratteristiche molto particolari: pur nascendo in stagni e paludi, le sue grandi foglie (che raggiungono il diametro di un metro), sono fortemente idrofobiche, motivo per cui riescono a mantenersi straordinariamente pulite. Per quanto riguarda i fiori, invece, la caratteristiche principale è quella di avere un profumo molto intenso e dei colori che vanno dal bianco al rosa, che lo rendono un simbolo di purezza, visto l’ambiente in cui cresce. Per questo, è da sempre considerato simbolo di purezza d’animo e di equilibrio nella cultura induista e buddhista -(non a casa uno posizione dello yoga è proprio quella del fiore del loto) e diverse divinità vengono spesso raffigurate sopra uno di questi fiori.
In un ambiente in apparenza ostile, dunque, il loto risplende e questa sua forza è stata – e continua ad essere – di grande ispirazione per diverse culture in tutto il mondo. Nella tradizione cinese i fiori sono commestibili e alcuni parti della pianta vengono utilizzate nella preparazione di alcuni piatti particolari: la pasta di semi di loto, ad esempio, è uno degli ingredienti della torta lunare, un dolce preparato in occasione della Festa di metà autunno dedicata al culto della luna. Insomma, da millenni questo fiori sembra ispirare l’umanità, infondendo speranza e forza.