I colori influenzano il tuo umore o l’andamento della tua giornata? Per quanto possa sembrar strano non lo è affatto. È un’esperienza molto comune quella di associare un colore a un certo stato d’animo, e per questo indossare un abito con una specifica tinta o circondarsi di oggetti dalle determinate tonalità può avere un reale impatto sul nostro umore (basta fare una prova per accorgersene). Ma quella dell’armocromia è ancora un’altra faccenda. L’armocromia, ovvero armonia dei colori, è un sistema creato dal pittore svizzero Johannes Itten all’inizio del secolo scorso, da cui diversi make up artist e consulenti di immagine hanno tratto ispirazione per il loro lavoro, tanto da averne fatto una vera e propria tendenza di questi ultimi anni. Da qualche tempo, infatti, si sente parlare con più insistenza di questa “scienza del colore” che applicata alla persona aiuta ciascuno di noi a trovare le tonalità che più ci si addicono a seconda della combinazione del tono della nostra pelle, il colore degli occhi e quello dei capelli – e va detto: è un mondo tutto da scoprire.
Il mix di queste componenti va a definire una tabella di tonalità (fredde – calde e/o sature – vivaci) che diventa una sorta di arcobaleno personale, una palette di colori cui far riferimento quanto dobbiamo affrontare l’acquisto di un capo d’abbigliamento. Diciamo che potrebbe essere la risposta all’eterna domanda da camerino di prova del negozio – ma questo colore mi mortifica? – che sorge ogni qual volta la tonalità del capo scelto non ci convince, anzi: sembra proprio che ci remi contro. Oppure quando un rossetto sulla nostra migliore amica sta benissimo e su di noi è un po’ una schifezza. Ecco, quella sensazione potrebbe essere non un’impressione, ma proprio un dato oggettivo secondo quella che nei Paesi anglosassoni prende il nome color analysics, e che in Italia si prende il nome di armocromia.
Rossella Migliaccio, nel suo libro Armocromia – Il metodo dei colori amici che rivoluzionano la vita e non solo l’immagine, parla di come noi tutti abbiamo “colori amici” e “colori nemici” e di come l’armocromia sia arrivata fino a noi:
È stata inventata dalle costumiste di Hollywood quando il cinema è passato dal bianco e nero al colore. Studiavano una palette per ciascuna diva. Negli anni ‘80 è diventata “popolare” nei paesi anglosassoni. In Italia sono stata tra le prime a parlare di armocromia, dieci anni fa.
Per individuare questi colori “amici” e “nemici”, ci si avvale degli elementi che andranno a comporre la nostra palette: il sottotono (che può essere caldo o freddo) il valore (chiaro, medio o scuro) il contrasto, (ovvero la combinazione di pelle-occhi-capelli) e l’intensità (che riporta la brillantezza più o meno accentuata dei colori della nostra tabella).
Dalla combinazione di questi fattori si costituisce la famosa suddivisione in quattro stagioni:
Primavera – caratterizzata da colori caldi, chiari e brillanti, alta intensità.
Estate – caratterizzata da colori freddi e più delicati
Autunno – con colori caldi e delicati.
Inverno – caratterizzata i colori freddi, profondi e brillanti, ad alta intensità.
Se dunque abbiamo sentito qualcuno definirsi “primavera” o “inverno”, sappiamo finalmente perché. E in effetti è molto affascinante capire come le tonalità dei tessuti possano avere così tanta parte nell’esaltare i nostri colori naturali e creare un senso di armonia nient’affatto trascurabile. Va detto che non bisogna neanche dimenticarci di quel potere mistico che hanno alcuni colori o fantasie di metterci il buonumore e del fatto che non c’è niente che ci carichi di good vibes quanto i nostri colori preferiti – che magari non ci donano così tanto, ma sanno darci la carica. In ogni caso, curiosare nel mondo dell’armocromia potrebbe essere davvero un’esperienza esaltante.