Un nuovo match è alle porte. Dopo il primo round natalizio e l’intermezzo di Carnevale, eccoci pronti alla seconda, grande, sfida gastronomica delle feste: il pranzo di Pasqua. Difficile resistere alle tentazioni culinarie, praticamente impossibile rifiutare qualsiasi portata. Ed eccoci dunque sdraiati sul divano, boccheggianti, a pensare che sì, forse potevamo risparmiarci l’ultimo fetta di dolce – ma come fare, dire di no è praticamente impossibile. Ma cosa succede esattamente al nostro corpo dopo un’abbuffata?
Come si legge in un articolo di qualche tempo fa, il nostro cervello può facilmente ignorare i segnali che il nostro corpo ci manda per farci smettere di mangiare, e dunque non è poi così difficile arrivare a quel punto di sazietà estremo – che si raggiunge proprio durante i pasti delle Feste – che arriva puntuale con il suo seguito di sonnolenza, senso di pesantezza, nausea, respiro corto e sensazione di freddo. Il tutto per via del sovraccarico di lavoro sull’apparato digerente. Ma c’è qualcosa che si può fare per aiutare il nostro corpo a sopravvivere a un’abbuffata?
Naturalmente sì, ma buttarsi subito sul divano non fa parte delle soluzioni consigliate. Per quanto possa sembrare controintuitivo, sdraiarsi immediatamente dopo il pasto non aiuta la digestione; rimanere attivi ancora un altro po’, invece – sparecchiando, ad esempio – già farebbe meglio al nostro organismo. Un po’ di moto non fa male – senza esagerare, naturalmente. Stessa cosa vale per i digiuni post abbuffata: stressare il corpo con un’improvvisa mancanza di cibo, lo sappiamo, non ha mai aiutato nessuno. Bisogna invece cercare il più possibile di tornare alla normalità, evitando per qualche tempo i vizi – come alcolici, cibi speziati, insaccati, fritti, cioccolato e simili – e optando invece per frutta e verdura, cibi integrali e tisane, che ci aiutano a espellere tossine e i liquidi in eccesso.
Con questi accorgimenti si può dunque provare ad arginare i danni dei pranzi delle feste, ritrovando l’equilibrio con pazienza e costanza, evitando atteggiamenti drastici e contando che – dopo tutto – sono stravizi i cui strascichi vanno via più facilmente di quello che pensiamo.
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