Vi siete mai chiesti l’origine dei soffioni, che ci divertiamo a cogliere in primavera nei prati? Ebbene, non tutti sanno che sono strettamente legati al celebre tarassaco – anzi, si tratta proprio della stessa pianta, famosa per le sue proprietà diuretiche e depurative, al punto che in alcune regioni d’Italia viene chiamata piscialetto. Il tarassaco, la pianta spontanea dai fiori gialli (e responsabile della creazione del famoso soffione), continua a sorprendere per i suoi mille impieghi e le sue proprietà. Lo possiamo trovare utilizzato come elemento in decotti, tisane, integratori o anche nelle insalate, visto che le sue foglie sono commestibili (e ricche di vitamine e minerali). Con i fiori invece, si possono creare gelatine e marmellate, mentre la radice essiccata viene utilizzata macerata (e polverizzata) per diventare un ottimo surrogato del caffè.
Chiamato anche “dente di leone” “stella gialla” o “cicoria matta”, il tarassaco cresce spontaneamente dalla primavera fino in autunno, soprattutto in luoghi erbosi ed è conosciuto fin dall’antichità per la sua azione diuretica e per le sue capacità depurative. Viene tutt’ora utilizzato per contrastare ritenzione idrica e cellulite, problemi digestivi, ma anche colesterolo alto e disturbi del fegato.
Ma oltre tutte queste preziose proprietà, in alcuni contesti popolari, il soffione generato dal tarassaco sembra abbia anche una funzione predittiva: secondo la leggenda, infatti, se tutti gli acheni del soffione volano via al primo soffio, la persona amata ricambierà il loro amore. Per consultare l'”oracolo”, dunque, non resta che seguire questa suggestiva credenza e cercare la saggezza del tarassaco, disseminata per i campi in pianura e in montagna.