Forse non tutti ne sono pienamente consapevoli, ma sì, siamo nella stagione del melograno. Da novembre a febbraio infatti, la natura ci ha donato questa pianta antichissima (già conosciuta nella cultura mesopotamica) e dai frutti ricchi di proprietà straordinarie. Tecnicamente il melograno è il nome della pianta mentre la melagrana del frutto, ma oggi il termine melograno è spesso usato per indicare entrambi. Lo conosciamo per la sua forma particolare: il nome stesso – melo (malum) grantum (semi) lascerebbe intendere che nel passato fosse proprio intesa come una mela molto particolare. E in effetti lo è.
Già menzionata da Ippocrate come frutto dalle proprietà straordinario, anche oggi la melagrana è celebrata per il suo basso apporto calorico e l’alto contenuto in vitamina A, fibre, sali minerali e antiossidanti, che contribuiscono a renderla un frutto amico della lotta contro lo stress ossidativo. Tanto per farsi un’idea, si stima che il succo di 100 g di arilli (i chicchi succosi che custodiscono i semi) contenga il triplo degli antiossidanti della stessa quantità di succo di mirtilli e il quadruplo rispetto a quello d’arance. La melagrana può vantare inoltre proprietà astringenti, diuretiche e vermifughe. Non sorprende dunque che negli ultimi tempi si stia parlando di più del melograno e dei modi per integrarlo nella nostra dieta. Oltre alla sua versione in succo – che lo rende particolarmente versatile – lo troviamo spesso in insalate o addirittura in secondi di carne, per dare croccantezza o aggiungere una nota dolce ed asprognola alle pietanze.
Insomma, se ancora non abbiamo dato una chance a questo frutto, forse è arrivato il momento di farlo.