Meditazione e mindfulness sono termini che ormai sentiamo ripetere spesso, ma che in molti associano a misteriosi e antichi metodi – a dirla tutta non troppo affidabili – per “provare a calmarsi” o genericamente per ridurre il nostro stress. C’è ancora dello scetticismo che pervade queste pratiche, eppure anche la scienza è d’accordo nel dire che pochi minuti al giorno possono aiutarci concretamente a rimetterci in sesto. Innanzitutto, come si spiega in un articolo di La Repubblica, bisogna fare le dovute distinzioni: la meditazione è una pratica di origine millenaria legata alla pratica buddista; la mindfulness è “sviluppata a partire dai precetti del buddismo, privata però della componente religiosa” ed una traduzione della parola sati, che nella lingua pali significa “consapevolezza di ciò che c’è dentro di te adesso – emozioni, pensieri, sensazioni, percezioni – in assenza di giudizio, di attaccamento o di avversione”. Antonino Raffone, professore di Psicologia alla Sapienza afferma che alcune pratiche di mindfulness si sono dimostrate utili per prevenire la ricaduta nella depressione:
La Mindfulness based cognitive therapy, un programma di 8 settimane che integra la meditazione di consapevolezza con la psicoterapia cognitiva, è stata utilizzata con successo per prevenire la ricaduta in depressione, riscontrando effetti comparabili al trattamento con antidepressivi.
Naturalmente, per affrontare al meglio la singola problematica è bene confrontarsi con uno specialista, ma in generale si può affermare che queste pratiche aiutano chiunque a migliorare il benessere di corpo e mente, in ogni momento della giornata: sono tecniche che attivano diverse aree del cervello e ci aiutano ad affrontare diversamente le proprie emozioni e i propri pensieri, abbandonando giudizi (e pregiudizi) e focalizzandosi sul tempo presente. Secondo diversi studi, la meditazione aiuta a ridurre la pressione arteriosa, stimola la nostra capacità creativa e agisce contro la rabbia.
Per cominciare al meglio sarebbe ideale affidarsi a un buon insegnante, per capire quali tipi di meditazione sono i più adatti a sé, per poi procedere anche in autonomia, mantenendo il lavoro fatto da soli (ci sono moltissime app di meditazione e mindfulness) o con altri.
Avere una persona che ci guida all’inizio può essere importante per capire a fondo tutte le componenti di queste pratiche – come l’importante ruolo del respiro – e per individuare il percorso più adatto a noi. Non è necessario dedicare alla meditazione intere ore; bastano pochi minuti al giorno per avere uno strumento in più per gestire il caos delle nostre giornate, con relax e good vibes.