Ed eccoci al momento per eccellenza delle valutazioni, delle somme e dei buoni propositi. Il 31 dicembre, volenti o nolenti, tutti ci imbattiamo in quei 5 minuti in cui davvero pensiamo a quello che ci lasciamo alle spalle e quello che potrebbe aspettarci. In questa specie di giorno/soglia che separa il vecchio dal nuovo, possiamo lasciarci andare a qualche fantasia su quel che sarà. I più metodici scrivono listi, gli svogliati si fanno bastare qualche linea orientativa, ma nessuno sfugge all’interrogativo ci sta davanti: come affronterò l’anno nuovo?
Ora, a prescindere dalle risposte e dai nostri desideri, di sicuro sappiamo che tutta l’energia del Capodanno, con cui cerchiamo di plasmare il nostro futuro immediato, si esaurisce in pochi giorni e quindi possiamo provare a fare un discorso sul metodo – ovvero: come fare durare i nostri propositi più a lungo?
Il trucco è sempre quello – che gratifica un po’ meno il nostro entusiasmo, ma che a lungo andare non delude mai – ovvero dividere i sogni e desideri in piccoli obiettivi raggiungibili. L’ingrediente segreto è la costanza e la continuità con cui perseveriamo nella ricerca di ciò che (pensiamo) ci manca. Se mai dovessimo fallire, sono loro a rimetterci in carreggiata. E se durante il percorso scopriamo che i nostri desideri son cambiati, non bisogna aver paura di lasciare andare e voltare pagina. Siamo in continua evoluzione e ogni tanto intestardirsi per chiudere qualcosa diventa più un esercizio di stile, più che uno strumento che ci avvicina a ciò che vogliamo.
E dunque, assieme ad ogni salto della nostra fantasia, dobbiamo sempre tenere un briciolo di attenzione sul metodo: costanza, continuità e piccoli passi. Indulgenza nei confronti degli errori e sguardo avanti verso l’obiettivo. E se poi i desideri dovessero cambiare…saremo flessibili nei confronti del cambiamento. Buon anno a tutti!