Dicono che ne esista una adatta ad ogni tipo di viso, ma ammettiamolo: quel momento di grazia in cui ci sentiamo bene con la nostra frangetta dura pochi giorni. Poi, è tutto un “è troppo lunga”, “troppo corta”, “troppo poco somigliante a quella della tizia nella rivista a cui stava così beeeeene!”, “non è mai in ordine”, “vabbè faccio lo shampoo solo alla frangia”. Lo sappiamo. La sua gestione non è semplice, ci siamo passate in tante. Eppure il fascino di questa pettinatura ha colpito tutte noi. Tutte ci siamo trovate a un bel momento di fronte allo specchio con le forbici pensando: ma alla fine che ci vuole? Tra tentativi più o meno riusciti, la frangetta rimane comunque un taglio iconico, reso immortale da tantissime attrici che hanno impersonato altrettanti indimenticabili personaggi del cinema e che ci hanno fatto innamorare della frangetta facendola sembrare un’opzione di look valida anche per noi.
Corta, lunga, stretta, con ciuffi: di frangette ne esistono davvero di tutti i tipi, ma se volessimo partire dagli inizi, dovremmo andare ai fastosi anni ’20 e all’attrice Louise Brooks, icona della nuova femminilità d’inizio secolo. Le acconciature del tempo sono geometriche e Louise sfoggia una combinazione di caschetto e frangetta che diciamolo, non è proprio da tutte. Ad impreziosire la figura si aggiungono gli accessori più vari e la frangia è piena e dritta. Del tutto diversa da quella resa celebre da Brigitte Bardot negli anni ’50: i volumi crescono e la frangia si allunga concedendo più movimento ad incorniciare il viso. Cambia lo stile di capelli e cambia anche il tipo di femminilità del tempo. A questa, succede la frangia corta delle pin up, per poi passare alla frangia cortissima dei primi pixie cut della swingin’ London. A partire dagli anni ’60 e ’70, la frangia sfilacciata e leggere diventa il segno distintivo delle ragazze francesi (da Catherine Deneuve a Jane Birkin, arrivando a Charlotte Gainsbourg e Sophie Marceau dei nostri tempi), mentre Audrey Hepburn la rende indimenticabile in diversi film, portandola piena e corta. In Italia, inutile dirlo, abbiamo avuto il carré di Raffaella Carrà – con (e senza) frangetta – ad accrescerne il mito.
Ma ancora, passato il glam e le cotonature delle frange anni ’80, negli anni ’90 tantissime top model sfoggiano frangie geometriche, mentre al cinema la Mia di Pulp Fiction, impersonata da Uma Thurman riporta, in auge il duo caschetto/frangetta. E ancora, adolescenti di tutto il mondo sognano di sfoggiare pettinature alla Natalie Portman in Leòn o alla Milla Jovovich ne Il quinto elemento – fino ad arrivare all’iconica frangia di Amélie d’inizio millennio. La frangetta non ha mai perso il suo fascino; e per quanto non sia sempre di facile gestione, almeno una volta nella vita bisogna provarla. Secondo alcuni hair stylist, ogni visto ha la frangetta che gli si addice di più: non resta che affidarsi a mani esperte e provarla. Come si dice in questi casi, alla fine i capelli ricrescono…