Dai capelli di serpente di Medusa, alla forza in essi nascosta di Sansone, fin dall’antichità si è raccontata la storia dei nostri capelli e il loro significato simbolico. Dalle lunghezze più ribelli ai tagli iconici, le diverse acconciature hanno segnato ogni epoca storica.
Già al tempo della preistoria il taglio di capelli era un rituale affidato ai capo tribù mentre dall’antica Grecia questo compito così importante diventa mestiere, con la creazione delle botteghe dei barbieri. Nella mitologia, l’associazione tra capelli, forza e virilità viene sancita con la creazione di leggende mentre in oriente, già è pratica tra i monaci la rasatura come rito per simboleggiare il sacrificio della propria vanità e l’acquisizione di maggiore forza spirituale.
Al tempo dell’antica Roma, invece, i capelli avevano un ruolo importante per il rango e il riconoscimento sociale – come è successo in tante altre culture, come quella cinese, da sempre la attenta a capelli o acconciature, per mostrare lo stato civile, sociale, religione o professionale della persone. In questa cultura, l’abbandono dei capelli è un segno di malattia o forse disagio personale. Spesso, al cambiare delle dinastie al potere, si cambiava anche lo stile di capelli. Anche in India avevano grande importanza i tagli di capelli – che tutt’ora vengono attuati in onore di alcune divinità, come simbolo della rinuncia alla propria bellezza.
Tornando alla mode europea e facendo un balzo in avanti, arrivati al Medioevo, le donne aveva i capelli lunghi, legati in trecce o in fermati con chignon, nel Seicento e nel Settecento, si entra in un periodo storico segnato dalla moda di elaborate parrucche tra l’aristocrazia europea: i parrucchieri diventano veri e proprio artisti e le acconciature posticce, vera e propria arte. Dopo i fasti di questi secoli, però – e l’avvento della Rivoluzione Francese – lo stile ricco e sfarzoso del passato apre le porte a nuove soluzioni, in linea con lo stile neoclassico, che si ispirava all’antica Grecia. Ma i grandi cambiamenti arrivano nel ‘900, quando attraverso il taglio di capelli si rappresenta l’emancipazione delle donne. Negli anni 20 le donne si tagliano i capelli in caschetti cortissime; negli ’60 la ribellione passa attraverso il taglio di modelle come Twiggy e gli stili si moltiplicano, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove uomini e donne possono sperimentare con il taglio e il colore, abbattendo l’antico stereotipo che volevo il taglio corto prerogativa maschile.