Avete mai avuto la paura di sentirvi tagliati fuori da un contesto sociale? Oppure di credere che le vostre giornate siano molto meno eccitanti di quelle degli altri perché avete perso qualche evento mondano o non avete un’agenda piena di impegni? Ecco, questo tipo di sensazione è talmente chiara a tutti – e figlia dei nostri tempi, anche se esiste da sempre – che da qualche anno a questa parte le hanno dato un nome specifico: FOMO, acronimo di Fear of Missing Out, ovvero “Paura di Perdersi Qualcosa”.
Una teoria scientifica sostiene che abbiamo tante emozioni, quante ne possiamo nominare, e dunque alcuni scrittori hanno provato a dare un nome ad alcune sensazioni specifiche, come “l’adrenalina da rottura sentimentale“, ovvero quella particolare forza che si manifesta dopo una separazione sentimentale devastante; oppure la “naz“, ovvero il desiderio di affetto o di essere corteggiati anche quando non siamo nella predisposizione d’animo migliore, anzi: siamo distaccati, arrabbiati o tristi. Ma di sicuro, tra queste nuove emozioni FOMO è la più conosciuta.
Alcuni di noi potrebbero riconoscere nella sua descrizione il caro vecchio “senso di esclusione” e in effetti, per quanto sia stata coniata soltanto nel 2004 da Patrick J. McGinnis, in un articolo su The Harbus (la rivista della Harvard Business School), il disagio derivato dall’immaginarsi gli altri divertirsi mentre noi siamo costretti a stare altrove (verosimilmente da soli a casa), non è certamente cosa recente. Ma se ne è ricominciato a parlare di più perché questo tipo di disordine psicologico è cresciuto con l’utilizzo dei social. In effetti, avere un aggiornamento quotidiano della vita degli altri (o meglio, la presunta tale) sul proprio smartphone, ha senz’altro dato pane ai denti della FOMO.
Ma che cosa implica? Questo tipo di ansia sociale, alimentata dal pensiero che gli altri vivano una vita migliore della nostra, può riflettersi sul nostro stato emotivo attraverso sentimenti di invidia, tristezza, rabbia, senso di inadeguatezza, oppure distrazione e ossessione. I social alimentano questo stato, ma può insorgere anche a prescindere dalla nostra presenza sul web. C’è un modo, però, molto efficace per aiutarsi quando la situazione sembra essere fuori controllo: ritornare sul presente, spegnere ogni “finestra sul mondo” (sia essa il rappresentata dal nostro smartphone, dal pc o dalla televisione) e stare sul momento presente. Dedicarsi a sé e smettere di guardare gli altri. Sembra banale, ma mettersi in cima alle proprie priorità senza sottoporsi al confronto costante con gli altri è la strada migliore per ritrovare un po’ di pace e apprezzare la nostra vita, stando unicamente sulle cose che amiamo fare. Partendo da quello, si può davvero tornare ad amarci un po’ di più.