Campi di grano e papaveri: è facile che la nostra memoria sia abitata da un paesaggio simile, magari preso in prestito da un ricordo d’infanzia, dalle immagini di canzoni famose (lo sai che i papaveriii son alti alti alti…) o di altrettanto celebri pittori (Monet per citarne soltanto uno).
E infatti il papavero comune (papaver rhoeas) lo si trova spesso lì, tra i campi coltivati di grano o di qualche altro cereale, oppure ancora, a colorare di rosso i margini delle strade; e da quanto ci tramandano antiche storie e leggende, sembra che faccia parte del nostro immaginario da molto tempo.
I greci spiegano la sua comparsa attreverso il mito: una delle sue versioni racconta che Demetra, tormentata dal dolore per la perdita della figlia Persefone – rapita da Ade – smise di occuparsi della terra. Zeus, per evitare il disastro, trovò la soluzione facendo trascorrere alla fanciulla sei mesi l’anno con il marito nell’Ade e sei mesi sulla Terra con la madre – mesi in cui sarebbero sbocciati i papaveri rossi, i “fiori della consolazione”. Per i romani invece, erano sinonimo di persona ricca e potente: il re Tarquinio il Superbo, per insegnare al figlio il modo più rapido per conquistare la città di Gabi, tagliò le teste di tutti i papaveri, a intendere che, per cominciare, si sarebbero dovuti eliminare tutti i personaggi più in vista.
A questa pianta annuale o perenne – di cui esistono più di 50 specie e che viene coltivata per i suoi semi destinati all’uso alimentare – sono stati attribuiti diversi significati, tra cui quello che lo associa all’oblio (Morfeo veniva raffigurato con un mazzo di papaveri tra le braccia) – e non a caso: il potere sedativo del papaver somniferum ovvero il “papavero da oppio”, è noto da tempo. Questa specie infatti contiene principi come la morfina, che associato ad altri elementi formano quello che è comunemente conosciuto come oppio.
Nel Medioevo, invece, il color rosso dei suoi fiori veniva associato alla passione di Cristo (motivo per cui lo si ritrova in diversi dipinti dell’epoca) mentre facendo un passo più avanti nella storia, dopo la Prima Guerra Mondiale, nel Regno Unito si sono utilizzate ghirlande di papaveri per ricordare il sacrifici dei soldati morti in guerra (nel 2014 è stata composta un’installazione nel fossato della Torre di Londra, con 888.246 papaveri di ceramica, per ricordare i morti durante il conflitto).
Ma non esistono solo i papaveri rossi: il papaver nudicaule, o papavero d’Islanda, può vantare svariati colori che vanno dal bianco, al giallo e all’arancione, mentre la specie meconopsis betonicifolia, chiamata anche papavero blu o papavero dell’Himalaya, è una pianta originaria delle regioni montuose dell’Asia, dell’Alaska e della Scozia, caratterizza dal un particolare colore azzurro-blu. Ma per quanto possa farsi trovare in colori diversi, siamo sempre di fronte al nostro caro vecchio papavero, il fiore davanti a cui ci si continua a meravigliare come i bambini.