Basta pensare al classico gioco del M’ama non m’ama, alle margherite, e ai prati fioriti che subito ci accorgiamo che sì, è primavera. Le margherite ci avvertono del risveglio della natura e dei nuovi amori in corso: spesso infatti ci hanno fatto sospirare con il gioco dell’interrogarsi sui sentimenti della persona amata, strappando i suoi petali fino a quell’ultimo che ci avrebbe dato il verdetto finale. La margherita sembra infatti avere il potere di essere una fidata confidente: sa custodire i segreti e svela la verità (sempre con molta discrezione). Non sorprende dunque che sia simbolo di valori come la purezza, verità e innocenza. Ma oltre a questo, la margherita, nella sua semplicità, è capace di incantarci risvegliando in noi lo stupore di quando eravamo bambini: non è quello che succede alla vista di un prato primaverile ricoperto di margherite?
Il suo nome ufficiale è Chrysanthemum leucanthemum, ma noi tutti la conosciamo semplicemente come margherita. È una pianta che cresce spontanea – la si può trovare facilmente in prati e giardini – e ad essa sono collegate molte leggende. Quella che spiega la tradizione di interrogare il fiore in senso profetico, si dice provenga da Margherita di Provenza, moglie di Luigi IX di Francia, che pregò ad ogni petalo strappato per la sorte del coniuge fatto prigioniero. Al suo ritorno, mostrando tutti i petali conservati al marito, testimoniò la sua immutata devozione, tanto che il re fece di tre margherite il simbolo del suo casato.
Nell’antichità questo fiore ha simboleggiato fortuna e buon auspicio (motivo per cui si piantavano fuori dalle case), ma è stata anche simbolo d’amore. Nel medioevo infatti, le margherite venivano utilizzate dalle donne per rispondere alle dichiarazioni dei cavalieri, ed hanno spesso rappresentato virtù come l’innocenza e la purezza, grazie anche al suo utilizzo nella pittura cristiana – in cui spesso i Santi venivano raffigurati su prati di margherite. La connotazione legata all’innocenza e alla purezza ha fatto sì che la margherita venisse utilizzata – in più tradizioni nel mondo – a celebrare la nascita dei bambini. In tempi più recenti è stata utilizzata da diversi brand come logo – compreso quello della celebre Mary Quant che rivoluzionò il mondo della moda con la minigonna negli ’60. Da rivoluzionario a innocente, da simbolo d’amore a quello di sincerità e candore, dunque, questo fiore incantevole non smette mai di stupire.