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Citrullus Lanatus: Storia Dell’Anguria

È il frutto dell’estate, il protagonista di mille ricordi delle nostre vacanze e ha un nome latino obiettivamente fantastico: citrullus lanatus (appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee). Per questo e molti altri motivi l’anguria è la regina della stagione che stiamo aspettando e la compagna di momenti indimenticabili (cinematograficamente parlando, ci ricordiamo tutti, in Dirty Dancing, dell’ingresso di Baby alla festa dello staff, con la mega anguria in braccio?)

La possiamo chiamare anguria, cocomero, melone d’acqua, insomma nei modi più diversi modi a seconda delle regioni, ma la sostanza non cambia: è lei il frutto più fresco dell’estate, conosciuto e amato fin dai tempi dell’antico Egitto – come sappiamo dalle rappresentazioni ritrovate nelle tombe di ben 5000 anni fa. L’anguria c’era: sembra infatti che fosse considerata un dono del dio Seth e veniva posto vicino ai defunti come cibo per l’aldilà. Note anche alla civiltà greca e romana (dove venivano chiamate con lo stesso nome del cetriolo), di angurie ne esistono circa 1200 varietà (con o senza semi) e a seconda del metodo di coltivazione possono assumere forme diverse (come la famosa anguria cubica coltivata in Giappone) ma le proprietà per la salute rimangono invariate. È un frutto che contiene moltissima acqua, vitamine (A e C) fosforo e magnesio; ha poche calorie e un potente effetto diuretico e depurativo. Sembra inoltre favorire il riposo perché stimola l’organismo a produrre serotonina.

La Cina è il maggior il produttore di anguria del mondo, tanto da crearne un vero e proprio museo, detto appunto il Museo dell’Anguria – China Watermelon Museum – nato nel 2002 per celebrare l’amato frutto. L’esemplare più grande però, è stato coltivato negli USA, dove si è conquistato il primato di peso con i suoi 159 kg. Infine, oltre a gustarlo nelle classiche fette o come “acqua di anguria” (nella sua versione spremuta a freddo) questo frutto può diventare un vero e proprio pezzo d’arte grazie al watermelon carving, ovvero il modo di “intagliare” la buccia creando motivi ornamentali. In qualsiasi sua forma, una cosa è certa: questo l’anguria non smette di piacere e affascinare.