in Goovi Story

L’Albero Della Vita: Il Baobab

Abbiamo tutti in mente il baobab: lo conosciamo come l’albero africano dalle dimensioni maestose – l’enorme tronco è la sua “riserva” d’acqua – oppure lo ricordiamo come casa di Rafiki, l’indimenticabile personaggio de il Re Leone.

Ma forse non tutti ne conoscono le sue molteplici proprietà, utilizzate tanto dall’industria alimentare quanto quella cosmetica. Il baobab viene infatti chiamato l’albero della vita – o “albero magico” o “albero farmacia – non solo perché è antico simbolo di fertilità e longevità, ma anche per la sua leggendaria capacità di dare riparo e cibo a un intero villaggio. E in effetti, gli utilizzi di tutte le sue parti – dalla polpa del frutto alle foglie, fino ai semi e alle radici – sono davvero straordinari.

Ma partiamo dal suo nome: baobab è il termine più antico, di origine africana – probabilmente derivante dalla parola araba che significa “padre di molti semi” – mentre nel gergo scientifico è conosciuto come Adansonia, genere di piante che appartengono alla famiglia delle Bombacaceae.

Le foglie della pianta sono commestibili – vengono utilizzate sia cotte che crude – e contengono vitamina C e zuccheri; dalle fibre della corteccia si producono cordami e reti. Ma la parte più utilizzata della pianta è il frutto, in particolare la sua polpa, che si disidrata naturalmente dopo la maturazione. Una volta ridotta in polvere, la si può utilizzare come fonte di vitamina C e B, oltre che di fibre, potassio e ferro; con le sue proprietà antisettiche e antibatteriche aiuta a proteggere fegato, intestino (lo regolarizza) e pelle (è un rimedio naturale per eritemi e scottature oltre ad essere ricco di antiossidanti).

Se insomma cerchiamo un aiuto per recuperare l’energia e sostenere il sistema immunitario, il baobab può fare al caso nostro; in commercio, lo si trova sotto forma di polvere (da consumare diluita con acqua o in aggiunta ad altre preparazioni), polpa essiccata, olio, e anche in compresse. A ben vedere, il motivo del soprannome di “albero farmacia”, non suona poi così strano.