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Mia Martini, Sorella D’Arte e D’Amore

Domenica Rita Adriana Bertè è il suo vero nome, ma tutti la conosciamo come Mia Martini, detta Mimì: una leggenda del panorama musicale italiano, una donna che ha lasciata impressa, nelle sue canzoni, la traccia indelebile della sua anima.

Nata proprio oggi, il 20 settembre, del 1947 a Bagnara Calabra, cresce in un ambiente tutto al femminile: il padre lascia la famiglia quando Mia ha 11 anni e con lei rimangono la madre e le tre sorelle: Leda, la maggiore, Loredana e Olivia.

La musica è da subito compagna e strumento espressivo della giovanissima Mia che a soli 15 anni tenta la fortuna a Milano, accompagnata dalla madre. Incide il suo primo 45 giri con il nome di Mimì Bertè, ma lo stile che cercano di imporle non funziona.

Prova quindi a unirsi in un trio musicale con la mitica sorella Loredana e l’amico Renato Fiacchini (sì, il futuro Renato Zero), ma ancora non trova il successo. Nel frattempo, nel 1969, a 22 anni, viene arrestata per possesso di una piccola quantità di hashish e messa in prigione nel carcere di Tempio Pausania per quattro mesi.

Dopo questo periodo buio, Mia ricomincia da capo, a Roma, dove cambia il nome in Mia Martini – che secondo il suo produttore è più facile da ricordare per gli stranieri, sognando già per Mia una carriera internazionale. In quel periodo Claudio Baglioni scrive per lei alcuni brani del LP Oltre la Collina, ma è Bruno Lauzi a procurare a Mia il primo grande successo, con la famosissima Piccolo Uomo.

Negli anni ’70, affiancata dalla sorella Loredana (che comincia a farsi notare per il suo piglio rock), Mia Martini incanta il pubblico con canzoni che scalano le classifiche e trattano – tra le altre cose – di temi forti: relazioni sentimentali, violenza, solitudine. La sua voce parla a una generazione di donne che percepisce chiaramente il talento unico di Mia, riconosciuto anche all’estero. Scrivono per lei i più famosi autori dell’epoca, compreso Ivano Fossati – con cui Mia avrà una tormentata relazione.

Ma a segnarla negli anni a venire è una calunnia assurda e crudele, che prende sempre più piede isolando Mia nell’ambiente musicale. Si dice che porti sfortuna per via di un incidente stradale in cui perdono la vita due musicisti, e il mondo della musica comincia a prendere le distanze da lei.

La mia vita era diventata impossibile: qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere un riscontro.

A fatica partecipa a Sanremo ’82, si ritira per qualche anno salvo tornare al Festival nel 1989 con la splendida Almeno tu nell’universo, che non le fa vincere ma inaugura il Premio della Critica che oggi è dedicato a lei.

Mia Martini, che canta il dolore e la solitudine delle donne – Gli uomini non cambiano è del 1992 – ad ogni esibizione lascia un segno profondissimo nel suo pubblico. Poi, il 12 maggio del 1995, arriva la notizia della sua morte secondo il medico legale dovuta a un arresto cardiaco. Si susseguono polemiche attorno alla sua morte, ma quello che sappiamo di sicuro è che la sua voce potente, forte e fragilissima allo stesso tempo, ancora oggi ci parla attraverso i suoi brani leggendari.