Sono simbolo di leggiadria, abilità tecnica e forse anche del fascino immortale della danza classica. Parliamo delle scarpette da punta, croce e delizia di ogni danzatrice che ne conosce bene sia le virtù che gli annessi dolori – le ballerine infatti sono solite indossarle sempre, mentre gli uomini solo per determinati ruoli, o per esercitare caviglie e collo del piede. Ma da dove nascono queste particolari calzature, che hanno reso così spettacolare il balletto classico?
Per conoscere le loro origini bisogna andare indietro nel tempo, fino a circa la metà del Seicento, quando alle donne si permette finalmente di avere ruoli nel balletto (prima infatti era concesso solo agli uomini). All’inizio, in scena, si utilizzano costumi molto ingombranti e i danzatori indossano scarpe con il tacco – che spariscono dopo la Rivoluzione Francese, per lasciar spazio a calzature più comode e che facilitano i movimenti. Queste antenate delle punte si allacciano alla caviglia e hanno dei sostegni sotto le dita.
Ma sarà “la macchina per volare” di Charles Didelot che permette ai ballerini di sollevarsi sulle dita dei piedi, prima di fare salti e virtuosismi di ogni genere, dando loro la possibilità di creare evoluzioni spettacolari. Didelot inventa le prime scarpette da punta e così facendo, stimola i coreografi a sfruttare questo nuovo strumento per le proprie creazioni artistiche. La prima danzatrice a esibirsi in un balletto interamente danzato sulle punte è Maria Taglioni, ne La Sylphide. Anna Pavlova, invece (sì, la celebre ballerina cui è stato dedicato l’omonimo dolce di cui abbiamo parlato qui) ha contribuito a sviluppare il modello moderno, perché per il suo collo del piede particolarmente pronunciato c’era di bisogno di un maggior sostegno. Si dice dunque che per lei si sono aggiunti una soletta interna in pelle e un ulteriore rinforzo attorno alle dita.
Ed eccoci arrivati al Novecento, secolo in cui il balletto si sbizzarrisce con coreografie che portano le danzatrici a compiere mirabolanti virtuosismi sulle punte: le scarpette con i nastri di raso da legare alle caviglie diventano il simbolo di quel mondo della danza che fa sognare a teatro – e anche al cinema, con il celebre film del 1948 Scarpette Rosse. Nel nostro immaginario diventano il simbolo delle danzatrice eteree del balletto e anche della fatica che comporta saperci danzare. Ed è innagabile che ognuna di noi, a un certo momento, ha desiderato piroettare su un palco, indossando queste leggendarie scarpette da danza.