in Goovi Story

Take a Break!

Ci ripetiamo in continuo che siamo multitasking, in grado di coprire tanti ruoli e farci abitare da tantissime emozioni – ed è sicuramente vero: ma per gestire questa nostra splendida complessità, ogni tanto è necessario prendersi quei famosi “momenti per sé”, che idealmente sappiamo essere fondamentali, ma che nella pratica sono le prime cose a cui rinunciamo, pur di accontentare tutti. Qualche idea da dove cominciare?

  1. Respirare – giusto per partire dalle basi.
  2. Guardarsi allo specchio, non per ricordarsi di fare qualcosa o per scrutarsi, controllando cosa non va, ma per farsi un sorriso e ricordarsi che esistiamo anche noi.
  3. Staccare il telefono
  4. Staccare il cervello collegato a tutti i “devo” che provengono da lavoro, famiglia, partner e amici.
  5. Collegarsi con se stessi attraverso qualcosa che ci piace e ci ricorda chi siamo.

Può essere la meditazione, la danza, lo yoga, il canto; una sessione di corsa, partecipare un corso di cucina, di teatro – oppure semplicemente un momento di dolce far niente sul divano, in cui ascoltiamo la nostra musica preferita con un tazza di tisana in mano. Non c’è una formula “giusta”, valida per tutti, ma il principio alla base è lo stesso: bisogna concedersi un tempo per sé. Fermarsi non vuol dire essere pigri, né indugiare nell’indolenza – e se state istintivamente pensando che sì, sarebbe bello, ma tanto “il tempo non c’è”, si potrebbe fare uno sforzo e cercare di prenderselo, perché tanto lo sappiamo che, volendo, lo troviamo.

Come?

Innanzitutto pensando che no, il tempo per sé non è sprecato, anzi, è la chiave per ricaricarci e dare il meglio di noi durante la giornata, anche – e soprattutto – nel tempo che dedichiamo agli altri. Dovremmo dunque cercare di metterlo in agenda come tutti gli altri impegni, migliorando così la qualità del resto delle nostre occupazioni (questo per dare un argomento ai più iperattivi).

In secondo luogo, non c’è modo migliore per sbarazzarsi di stanchezza, monotonia e frustrazione, che fare qualcosa che ci piace, coltivando una passione in grado di rimetterci a contatto con ciò che ci fa stare bene, che stimola la nostra immaginazione e ci permette di riprendere possesso della nostra creatività, oppure, che semplicemente ci faccia rilassare – dai rituali per la cura del corpo, al riposare senza essere intrattenuti da chiamate, messaggi o serie tv (le possibilità sono davvero tante). Difendere dei momenti personali in cui ci si stacca dall’utile per coltivare un po’ di sana bellezza, è il miglior modo per allentare la pressione e vincere l’affaticamento psicofisico.

In ultimo – se si avesse bisogno di ulteriori motivazioni – si può pensare di cogliere l’occasione di questi momenti per sé per riscoprire un valore quanto mai sottostimato in questi tempi: la lentezza – come perfetto metodo anti stress e come naturale contro altare alla frenesia delle nostre giornate. Roberto Ibba, psicologo del lavoro e psicoterapeuta dell’Ordine degli psicologi del Lazio, ha suggerito due accorgimenti per aiutarci a rallentare i nostri ritmi per migliorare la nostra salute psicofisica: in primis, dare la giusta importanza ai momenti della prima colazione e del pranzo (che si tendono spesso a saltare) non solo da un punto di vista alimentare, ma anche per riservarsi uno spazio per sé a inizio e metà giornata. Poi, un suggerimento quanto mai necessario: imparare a dire di no – specialmente nel caso di quegli appuntamenti che si incastrano a forza nell’agenda; sembra sempre più facile a dirsi, che a farsi, ma sappiamo bene che non è neanche impossibile.